“Mi sento tradito da un mio giocatore, gli ho detto di trovarsi una squadra a gennaio. La squadra voleva vincere, però mi dispiace che lo sforzo sia stato tradito da un giocatore con un atteggiamento non professionale”, queste erano state le parole di Mourinho nel post-partita di Sassuolo-Roma. Nemmeno il tempo di pronunciare tali parole, che subito è partita la caccia al “traditore”. Le attenzioni di tutti gli interessati, giornalisti e tifosi, si sono concentrate sul terzino olandese Rick Karsdorp; tale ipotesi si è sviluppata su alcuni atteggiamenti del calciatore durante la partita di Reggio Emilia, come per esempio la lentezza dell’olandese nel cambiarsi ed entrare in campo, la sua non partecipazione ai festeggiamenti nel momentaneo vantaggio di Abraham e soprattutto la sua passività nella marcatura di Laurientié nell’azione che ha poi portato al pareggio del Sassuolo.
Dopo la mancata convocazione del terzino olandese per la partita successiva con il Torino, il rapporto tra Karsdorp e la Roma si è incrinato ulteriormente, con il ragazzo che ha deciso di partire per Amsterdam e di non presentarsi alla ripresa degli allenamenti e, successivamente, disertando la partenza per la tournée in Giappone. La spiegazione, comunicata dal terzino ex Feyenoord, è stata un certificato medico che riportava, come diagnosi, problemi di natura psicologica.
Una situazione analoga la Roma l’ha già vissuta nel 2004 con Emerson. I giallorossi avevano già trovato un accordo, sia con l’Inter sia con il Real Madrid, per la cessione del centrocampista brasiliano, ma lui voleva solo la Juventus. Un muro contro muro che portò Emerson a non presentarsi al raduno estivo di Trigoria, esibendo un certificato medico che attestava la sua depressione. Il resto è storia.
Riguardo questa nuova vicenda la Roma, adesso, farà valere i propri diritti per tutelarsi e ha invitato il giocatore a presentarsi in Italia per ulteriori controlli e visite con i medici del club.