Una coppa che ha assunto le caratteristiche di un tabù per la Roma, che da anni non riesce a raggiungere un risultato significativo. I giallorossi di Mourinho escono tra i fischi della Curva Sud, sconfitti nel derby con la Lazio: decide il rigore di Zaccagni, l’1-0 manda la Lazio in semifinale di Coppa Italia, eliminando Mancini e compagni, che la scorsa settimana avevano già faticato contro la Cremonese. Mourinho contesta però l’episodio chiave: “Sono rigori dei tempi moderni, ne abbiamo avuti anche noi, non voglio dire che non sia rigore ma la qualificazione l’ha decisa un arbitro davanti alla tv a Lissone”.
Di certo quelle contro i biancocelesti sono partite da incubo per lo Special One, che nella sua permanenza nella Capitale ha perso quattro volte e vinto una al netto di un pareggio. Ma c’è un dato forse ancora peggiore: per la prima volta nella sua storia, la Roma non riesce a segnare alla Lazio per per la quarta partita consecutiva. Una sterilità offensiva contro Sarri che ha tratti agghiaccianti, anche perché negli oltre 400 minuti passati dall’ultimo gol sono appena otto i tiri nello specchio. Poco o nulla.
E l’assenza di molti giocatori non può essere un alibi, vista anche una Lazio incerottata e priva di Luis Alberto e Immobile, oltre al portiere titolare. La Roma propone il consueto 3-5-2, con Rui Patricio preferito al portiere “di coppa” Svilar. Davanti a lui un’inedita difesa composta da Kristensen e Huijsen, con Mancini al centro. In mediana non ce la fa Pellegrini, colpito duro da Scalvini alla schiena, e si parte con Paredes, Cristante e Bove, con Karsdorp e Zalewski sulle fasce. Davanti la coppia titolare, quella formata da Lukaku e Dybala. Nei primi minuti della sfida è subito facile intuire quanto ad emergere sia più la paura di non prendere gol che tentare azioni rischiose. I biancocelesti sono protagonisti del primo spunto offensivo con Zaccagni in velocità che arriva al cross, ma Huijsen libera l’area con un bell’intervento. Al 14′ prova ad accendersi Dybala che supera Cataldi e si guadagna un calcio di punizione non sfruttato, con il pallone che si infrange sulla barriera. Nella prima frazione di gioco solo tanta paura in campo e voglia di non prendere gol, mentre a livello di costruzione è mancato tutto ad entrambe: gli operatori tv avranno avuto estreme difficoltà per trovare delle immagini da proporre negli highlights. Nella ripresa le cose si mettono in salita per la Roma, costretta a sostituire Dybala, uscito dal campo per un fastidio muscolare alla coscia, con Pellegrini, in modo da rinforzare il centrocampo per cercare di rendere più fluido il gioco. Ma ad iniziare subito con un piglio diverso è la Lazio. Con un Vecino in grande spolvero: Rui Patricio evita un gol che sembrava certo, respingendo con la manona sul colpo di testa ravvicinato. È un chiaro campanello di allarme per la Roma, in difficoltà nel contenere la spinta della Lazio che sblocca il match al 6’ della ripresa su calcio di rigore: fallo ingenuo del giovanissimo Huijsen su Castellanos, l’arbitro Orsato, piazzato a pochi passi non vede nulla, ma viene richiamato dal Var e dopo la revisione al monitor decide per il fallo da rigore. Sul dischetto va Zaccagni che spiazza il portiere. La Roma è sotto choc e non riesce a reagire, rischiando di andare sotto due volte grazie, ancora una volta, a Vecino, che sfiora il palo con una staffilata. Mourinho tenta il tutto per tutto per la rimonta e sostituisce Karsdorp con Azmoun e Zalewski con Spinazzola: i giallorossi tentano di aumentare la propria spinta offensiva ma fanno terribilmente fatica a fare gioco, non riuscendo a trovare gli spunti per concludere in porta ed impensierire il giovane portiere avversario. Viene anche giocata la carta El Shaarawy al posto di Bove (mentre esce dal campo viene colpito da una bottiglia di birra sul collo lanciata dalla tribuna) e quella di Belotti per Huijsen. Ed è proprio sui piedi del Gallo che capita una delle pochissime chance della gara, con Mandas che all’86’ è bravo nel respingere in due tempi il tiro dell’ex Toro e soprattutto capace di evitare ulteriori pericoli anticipando la ribattuta di Pellegrini. A questo punto la Roma chiude la Lazio nella propria metà campo e ne conge d’assedio l’area per cercare il pareggio (troppo tardi). Il finale è da far west, con tre cartellini rossi a Pedro, Azmoun e Mancini (a gara finita). Lukaku a pochi istanti dalla fine tenta la rovesciata, che finisce però sopra la traversa, accompagnato da ululati razzisti.
Un vero e proprio buco nero per la Roma di Mou, con la società dei Friedkin che per la quinta volta consecutiva finisce fuori dalla competizione non andando oltre i quarti di finale. Una bocciatura sonora. Certo pensare che a metà stagione la Roma abbia collezionato appena 29 punti in campionato, un secondo posto nel girone di Europa League vinto dallo Sparta Praga e un’eliminazione ai quarti di Coppa Italia contro la Lazio, restituisce un quadro sconsolante. Non resta che sperare.
(Foto: Profilo Ufficiale X As Roma)