Un altro tentativo di allunaggio al secondo posto è fallito. La Roma di Mourinho perde malamente in casa contro il Sassuolo e vede svanire la possibilità di agganciare l’Inter (e di superare la Lazio alla vigilia del derby), così come era già successo contro la Cremonese. Dopo la bella vittoria in Europa League i giallorossi dimostrano di non essere ancora pronti per affrontare tutte le competizioni con la stessa voglia di vincere e di raggiungere il traguardo in ogni sfida, mettendo ancora una volta in evidenza dei cali di attenzione, dettati probabilmente da una stanchezza mentale e da un gruppo che non è affatto composto da campioni. Anche nella testa.
Il protagonista in negativo della giornata è Kumbulla, che rovina quanto di buono aveva fatto giovedì scorso con la rete del 2-0 contro la Real Sociedad: è vero che Berardi lo prende di mira con una gamba troppo alta, ma la reazione in stile Kean che porta al rosso diretto ha del tutto inguaiato la formazione romanista, che già doveva fare a meno di diversi giocatori per via degli infortuni e del turnover. La chiamata del VAR e la conseguente direzione di gara di Fabbri hanno lasciato non pochi strascichi nella partita, che si è ulteriormente incattivita in seguito alla decisone di cacciare il numero 24 giallorosso.
L’espulsione del centrale arriva su una situazione già in salita, con il Sassuolo avanti 2-1 per il doppio squillo di Laurienté a cui aveva poi risposto Zalewski, ma del tutto recuperabile negli altri 45 minuti che mancavano ancora da giocare. Anche per la possibilità di poter contare sull’ingresso di Dybala dalla panchina. Invece la Roma si inabissa restando in dieci uomini e subendo la rete del 3-1 con il rigore dello stesso Berardi, che spiazza Rui Patricio.
Mou – squalificato e accolto da diversi striscioni di sostegno dello stadio “Chiunque difende i colori di Roma è nostro alleato. Daje Mourinho”, “Con Mourinho a difesa della Roma”, “Più colpite, più combatteremo. In campo 11 Mourinho” – dà indicazione al suo vice Foti di mettere dentro Karsdorp e Dybala al posto di Spinazzola e di un deludente Bove, con l’olandese che va a fare il terzo di difesa. La mossa sembra dare gli effetti sperati dopo pochi minuti, con la rete del 3-2 segnata con un gol da fuoriclasse della Joya. L’inferiorità numerica si fa però sentire e il pari è soltanto un miraggio, anzi è poi la squadra allenata da Dionisi a chiudere il match con il gol del 4-2.
Un bel bagno di umiltà per la Roma, con alcune particolari note negative, come ad esempio Wijnaldum, sui cui piedi è capitata una clamorosa occasione dopo appena un paio di giri di lancette: da uno come lui ci si aspetta che assist del genere vengano capitalizzati per indirizzare poi la gara sui giusti binari, ma in generale è apparso in difficoltà in mezzo al campo. Bello comunque lo scavetto del suo primo gol nella Capitale per il 4-3 finale nel recupero, ma il giudizio sui 90 minuti non cambia.
Il compito dello Special One sarà quello di ricaricare le batterie fisiche e mentali del gruppo, atteso da due partite fondamentali. Giovedì sera in Spagna non si può sbagliare dopo il 2-0 dell’andata degli ottavi, mentre domenica nel derby con la Lazio sarà uno scontro diretto per raggiungere la qualificazione per la Champions League del prossimo anno. La negativa prestazione va accantonata immediatamente per non buttare all’aria la stagione.