Quando la Roma di Ivan Juric ha affrontato l’Athletic Bilbao nel primo turno in Europa League lo scorso 26 settembre, i baschi occupavano il quinto posto in classifica ed erano reduci da un avvio altalenante. La gara termina 1-1, gli spagnoli segnano in zona Cesarini il gol del pareggio e l’Athletic rimane imbattuto all’esordio in coppa. Da lì cambia qualcosa nella testa dei Rojiblancos, che dalla 10° alla 25° giornata in Liga mettono assieme una striscia di risultati utili consecutivi, arrivando secondi nella fase campionato di Europa League solo per la peggiore differenza reti rispetto alla Lazio capolista. Nessuna rivoluzione per la squadra di Valverde, ma solo un’inversione di tendenza per un club che ha anche una motivazione particolare: quella di giocare, eventualmente, la finale nel proprio stadio, il San Mamés.
Moduli a confronto
L’11 dell’andata per l’Athletic era composto da Agirrezabala tra i pali, Berchiche, Vivian, Paredes e Gorosabel in difesa, Ruiz e Prados a proteggere Djalò, Iñaki Williams e Gomez con Guruzeta in attacco. In vista della sfida dell’Olimpico dovrebbe esserci qualche novità come Berenguer e Nico Williams, oltre al probabile inserimento di Alvarez in difesa. Anche Unai Simon prenderà probabilmente parte alla sfida dell’Olimpico differentemente dall’unico precedente delle due squadre. Valverde in ogni caso andrà a riproporre il 4-2-3-1 che fin’ora ha dato molte soddisfazioni dalle parti di Bilbao in questa annata.
Stile di gioco dell’Athletic
Se è vero che la Spagna è la patria del fraseggio – o tiki-taka che dir si voglia –, anche nella tattica i baschi amano distinguersi dai vicini spagnoli: da anni il gioco dell’Athletic è molto diretto, fatto anche di palle lunghe e in generale di pochi scambi mirati a far male. L’avere sulle catene due giocatori del calibro dei fratelli Williams aiuta nella riuscita di questa strategia molto semplice ma anche altrettanto efficace. Valverde opta per un pressing aggressivo, fatto di riaggressioni continue in ogni zona del campo e di un asfissiante modo di intendere la fase difensiva. La squadra non ha un baricentro particolarmente alto, anzi gioca con un blocco medio e dimostra una particolare predisposizione per gli allunghi e una verticalità costante. In difesa optano per un’uscita palla facilitata da giocatori come Vivian.
Punti di forza
Il punto forte della squadra basca è senza dubbio l’attacco, un reparto esplosivo e capace di mettere in difficoltà retroguardie di ogni tipo. Se nel confronto di inizio stagione la difesa romanista è stata infilzata solo da A. Paredes, di testa e dagli sviluppi di un piazzato, ora i baschi hanno una consapevolezza offensiva maggiore rispetto a prima, nonostante l’assenza di un 9 puro: in vista della sfida di stasera c’è un ballottaggio tra Guruzeta e Maroan Sannadi, ma nessuno dei due convince del tutto, tanto è vero che il goleador stagionale del Bilbao è Sancet e spesso Berenguer viene decentrato da Valverde con dei compiti da falso nueve. Buona parte delle volate offensive arrivano dalle fasce, dato che sulle catene i baschi possono contare sui fratelli Williams: Iñaki è da molti anni uno dei calciatori più in vista del campionato spagnolo, capace di abbinare una qualità enorme e buonissimi numeri realizzativi ad un’eccellente solidità e costanza; Nico dal canto proprio è uno dei giocatori più forti al mondo e della sua nazionale nonché la stellina della squadra squadra. Vista l’enorme qualità dei baschi lì davanti non è difficile capire l’impostazione del match dalla parte di Valverde.
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