Renato Sanches al capolinea: la scommessa estiva della Roma non ha pagato

DiGiulia Sonnino

Dic 19, 2023

Diciotto minuti per dirsi addio. Circa fino alle 19 di domenica 17 dicembre i tifosi della Roma mantenevano ancora una piccola speranza di poter tornare a vedere il Renato Sanches dei bei tempi di Benfica e Lille, ma dopo una permanenza in campo durata poco più di un quarto d’ora è arrivata (probabilmente) la parola fine sulla sua avventura nella Capitale. “Mi scuso con Renato. Quello che è successo di farlo entrare e poi uscire è dura per lui, è dura per me. Nella mia carriera l’ho fatto 4 volte. L’ultima volta è successo con Matic al Chelsea tanti anni fa. Mi scuso ma ho dovuto pensare alla squadra e mi fa male al cuore però l’ho dovuto fare”, la spiegazione di José Mourinho sulla scelta di toglierlo dal campo al 64’ del secondo tempo della sfida con il Bologna. Per chi non avesse visto la partita c’è un particolare, piuttosto importante, da sottolineare: il centrocampista di proprietà del Psg era entrato all’intervallo al posto di un disastroso Spinazzola. La sua partita è quindi durata pochissimo, con una bocciatura del tecnico – i due al momento del cambio non hanno neanche incrociato gli sguardi – che non ammette possibilità di recupero e segna un punto di non ritorno.
Renato Sanches era arrivato in giallorosso dopo una lunga trattativa con il Psg portata avanti dal gm Tiago Pinto, che per settimane ha cercato di vincere le resistenze di Luis Campos, uomo mercato dei francesi. Dopo un estenuante tira e molla, e un doppio pacchetto con Leando Paredes, alla fine il centrocampista portoghese è sbarcato in Italia in prestito oneroso da 1 milione di euro, con un obbligo di riscatto condizionato al verificarsi di alcuni parametri: se dovesse giocare il 55% delle presenze l’acquisto obbligatorio è fissato a 11 milioni, se invece le presenze dovessero raggiungere il 75% delle partite stagionali l’obbligo è a 14 milioni. Ma, arrivati quasi a metà stagione, sono appena 227 i minuti totali disputati da Sanches. Cifre ben lontane da quelle per far scattare il meccanismo che renderebbe definitiva la sua permanenza a Trigoria.
Pinto l’aveva definita una sua ossessione di mercato, ma tra continui stop muscolari e un rendimento non all’altezza quando è sceso in campo – ad eccezione della sfida con l’Empoli dove ha trovato la via del gol e aveva fatto sperare tutti tra inserimenti senza palla e buon ritmo – sembra veramente arduo non dare una sentenza definitiva: la scommessa è persa. “Gli esami a cui è stato sottoposto Renato Sanches hanno evidenziato un quadro pre lesivo alla coscia destra. Il calciatore verrà valutato giorno per giorno” recitava ad esempio il bollettino medico del club su uno dei vari infortuni subiti dal classe 1997. Che però, senza avere neanche una lesione muscolare completa, si è fermato per ben 40 giorni. Uno status fisico che sembra compromesso per competere ad alti livelli. “Ormai con Renato viviamo una situazione di speranza, pensiamo sempre che lo spazio in partita, le responsabilità, l’adrenalina, siano il modo ideale per aiutarlo a fare il salto. Lui ha cicatrici emozionali, ha tante paure dovute agli infortuni… Lui lavora a bassa intensità, su tutto quello che noi facciamo. Lui migliora nel volume ma mai nell’intensità. Nella scorsa partita ci aveva dato 60 minuti di speranza, e oggi ho pensato di inserirlo perché la squadra poteva avere bisogno della sua qualità. Poi però ho capito di aver sbagliato, perché lui non era pronto per fare questo salto. Mi dispiace…”, le altre parole dello Special One sulle condizioni del suo giocatore. Che ora, dopo la sostituzione e quegli occhi increduli di Bologna, cadrà ancora di più in quella spirale negativa che lega un fisico fragile ad una condizione psicologica che non fa che acuirne i problemi fisici. Forse è meglio cercare una soluzione e separarsi già a gennaio, una strada che potrebbe far felici tutti: la Roma libera spazio salariale per prendere un giocatore in grado di dare una mano a centrocampo e il ragazzo può provare l’ennesima operazione di rilancio in altri lidi.

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