Tutto sull’Europa League. Già nella partita con il Bologna Mourinho aveva fatto capire che la Roma aveva messo tutte le sue fisches sulla coppa europea e la scelta è stata confermata anche contro la Salernitana, che, già salva, ha strappato un 2-2 allo Stadio Olimpico, credendo per lunghi tratti della sfida di poter vincere. In un’atmosfera quasi surreale. I giallorossi si sono presentati in campo con il solito 3-4-2-1, con Rui Patricio tra i pali, un inedito Bove a completare la difesa con Smalling (ritorno da titolare dopo l’infortunio alla coscia) e Ibañez, la coppia Zalewski-El Shaarawy sugli esterni e poi l’asse centrale con Tahirovic e Camara in mediana, con Wijnaldum e Solbakken sulla trequarti. Da punta scelto ancora una volta Belotti. Ad incidere sulla gara c’è anche la situazione esplosa dopo pochi minuti di gara: per uno striscione non fatto entrare ai Fedayn – “19/05/23 A Roberto, abbiamo vissuto nel tuo mito onorandoti ogni minuto, seppur non ci è riuscito…tu vegliaci e vedrai che un giorno, nel tuo nome, avremo ancora combattuto!” il testo – la Curva Sud ha prima tolto i propri vessilli, decidendo poi di lasciare il settore. Una scelta legata all’impossibilità di ricordare Rulli, storico ultras giallorosso, che ha dato la possibilità ai tifosi campani di essere l’unica voce allo stadio.
La sfida sul campo inizia subito forte e dopo qualche minuto gli uomini di Paulo Sousa passano in vantaggio con una prodezza di Candreva, che, sfruttando pure la mancata salita di El Shaarawy per il fuorigioco, segue con gli occhi un lancio perfetto di Coulibaly e con un tocco pregevole al volo supera Rui Patricio firmando l’1-0. I giallorossi fanno fatica a reagire e costruire trame offensive, rendendosi pericolosi per la prima volta solo al 32’, quando El Shaarawy calcia dal limite mancando di poco lo specchio della porta. Nel recupero del primo tempo i capitolini troverebbero il pareggio in mischia con Ibañez, se non fosse per un tocco di mano di Belotti che rende tutto vano (decisivo l’intervento del Var). L’1-1 della Roma arriva comunque ad inizio ripresa: Pellegrini calcia una punizione direttamente in porta, Ochoa respinge e sulla ribattuta El Shaarawy rimette tutto in equilibrio. Il pareggio resiste solo per pochi minuti perché al 54’ un colpo di tacco di Dia vale il nuovo vantaggio della Salernitana. Nel finale la Roma carica a testa bassa ancora alla ricerca del pareggio e all’83’ fa 2-2 con una zampata di Matic, che risolve un batti e ribatti in area. I giallorossi partono con l’assalto finale e provano anche a vincerla nel lungo e teso recupero, ma gli ultimi fuochi non vanno a buon fine.
Alla fine del campionato restano ora due partite, quella in trasferta con la Fiorentina e la passerella casalinga finale con lo Spezia. L’obiettivo di entrare tra le prime quattro è ormai quasi svanito, per via di una squadra che è a sei giornate di fila senza successi. Anche con la penalizzazione di 10 punti comminata alla Juventus mentre la Roma stava giocando sembra difficile che cambino le cose. Il 31 maggio, a Budapest, la Roma di Mourinho ha però un appuntamento di quelli che possono cambiare la storia. A livello sportivo alzando la seconda coppa europea consecutiva (e di giocare la Supercoppa europea). A livello economico guadagnandosi con il successo la qualificazione alla Champions League, che sarebbe una manna dal cielo per le casse di un club che deve far fronte alle stringenti sanzioni dell’Uefa imposte con il Fair Play Finanziario. Prima l’ultimo ostacolo viola, poi sarà lo sprint per il traguardo.