È ancora finale! La Roma di Mourinho entra nella storia giallorossa conquistando la seconda finale europea consecutiva, con la possibilità di giocarsi contro il Siviglia del tanto odiato Monchi la chance di alzare l’Europa League a Budapest dopo aver già trionfato in Conference League lo scorso anno.
Con un’altra eroica partita difensiva lo Special One è stato capace di costruire un capolavoro, guidando una squadra falcidiata dagli infortuni a resistere dall’assalto del Bayer Leverkusen. Lo 0-0 in Germania è sufficiente a vincere il doppio confronto grazie all’1-0 dell’andata firmato dal giovane Bove, che ha fatto un’altra partita da veterano dopo il gran gol della ripresa all’Olimpico. Per il tecnico portoghese è la nona finale europea in carriera, per la seconda volta riesce a portare una squadra a due finali di fila: era già successo con il Porto. Insomma, un vero specialista.
In casa giallorossa vengono recuperati Smalling ed El Shaarawy ma i due, non al 100% come Dybala, si accomodano in panchina. Mou sceglie la stessa identica formazione del primo round, confermando Cristante in difesa, affiancato da Mancini e Ibañez. Sulle fasce Celik a destra e Spinazzola a sinistra mentre in mezzo al campo giocano Matic con Bove e Pellegrini. In attacco la coppia Belotti-Abraham.
Buon inizio della Roma, che al primo minuto sfiora il gol con un destro dal limite di Pellegrini di poco a lato. Sarà l’unica occasione della gara per i giocatori capitolini, che dal secondo giro di lancetta in poi sputeranno sangue e lotteranno su ogni pallone. Come prevedibile infatti il Bayer riordina le idee e detta il ritmo della sfida, spinto dal suo pubblico. Tedeschi pericolosi in un paio di circostanze con Diaby e poi con Demirbay ma la difesa davanti a Rui Patricio è attenta. Poi è ancora lo scatenato Diaby a sfiorare il vantaggio per il Bayer, con un destro appena da dentro l’area di rigore che si infrange sulla traversa. Un brivido sulla schiena di tutta Roma. La squadra di Mourinho fatica ad uscire dalla sua metà campo e continua a subire il forcing del Bayer, pericoloso con diverse imbucate e tiri dalla distanza. Dopo mezz’ora si fa male Spinazzola e al suo posto va dentro Zalewski, con tutta un’altra gamba rispetto al compagno, apparso in affanno e difficoltà fisica.
All’intervallo Mourinho decide di lasciare Belotti negli spogliatoi e inserisce Wijnaldum a supporto di Abraham, rafforzando la diga di centrocampo. Dopo una breve interruzione per lancio di fumogeni, la gara riprende con il Bayer proteso in avanti e Pellegrini e compagni costretta a difendersi. Tedeschi pericolosi ancora con Bakker che si inserisce alla spalle della difesa ma svirgola malamente a lato su assist di Demirbay. Il centrocampista poi ricomincia a martellare Rui Patricio con un in sinistro dalla distanza, palla in angolo grazie a Mancini che evita il tap-in di Azmoun. A un quarto d’ora dalla fine si ferma anche Celik (non è grave), al suo posto dentro Smalling al ritorno dallo stop muscolare: Mourinho sposta Bove sulla destra e avanza Cristante a metà campo ridisegnando la sua squadra. Ormai per i giallorossi si tratta solo di resistere con sofferenza e attenzione su ogni contrasto e passaggio. Gli uomini di Xabi Alonso, che butta dentro tutti i giocatori offensivi che ha, continuano nel loro forcing incessante e tornano a rendersi pericolosi con Azmoun che da centro area calcia di un soffio a lato della porta di Rui Patricio. Il secondo vero brivido della partita. La squadra di Mourinho è una famiglia ed eroica si difende con tutte le sue forze dall’assalto e dopo otto interminabili minuti di recupero può festeggiare la sua seconda finale europea consecutiva.
Ora sulla strada della Roma targata Mou & Friedkin si presenterà il Siviglia di Monchi, direttore sportivo passato per la Capitale e diventato quasi un “nemico”. Ma il 31 maggio bisogna pensare a fare la propria partita e non a vendette personali, facendosi trascinare dallo Special One e dallo spirito di una squadra che non molla mai.